Via Ferrata  “Carlo Giorda”  alla Sacra di San Michele

Via Ferrata  “Carlo Giorda”  alla Sacra di San Michele

Sulle rocce del monte Pirchiriano c’è una via alternativa e avventurosa per raggiungere la Sacra di San Michele e godersi il panorama delle Alpi della Val di Susa. La strada, detta ”Carlo Giorda”, è una via Ferrata e si svolge sul versante nord del Monte Pirchiriano , sulla cui vetta sorge l’antica Abbazia della Sacra di San Michele. La Sacra di San Michele è il complesso architettonico, di origine medioevale, collocato sul Monte Pirchiriano, mt. 962, all’imbocco della valle di Susa.

Il percorso

Andata:

Quello della ferrata è un percorso lungo e avventuroso  ma non difficile. Si snoda sulle numerose placche rocciose che si susseguono sul versante nord della montagna e che è arricchito dalla presenza di un ponte tibetano lungo 80 metri, aereo e ben attrezzato.

La particolarità di questa via ferrata sta nell’unicità del suo itinerario, che permette di scalare una montagna aspra e ripida, arrivando ad una meta eccezionale, l’Abbazia di San Michele, che incanterà il visitatore con le sue architetture e con il panorama che offre sulla Val di Susa, da un lato, e su Torino, dall’altro.

La via attacca direttamene dal piccolo posteggio, pannello indicatore, in generale si segue per la prima parte lo sperone che costeggia l’enorme cava in disuso, per poi a metà percorso, traversare lungamente a dx., andando a prendere lo sperone più evidente che scende dalla cima.

In generale non ci sono grosse difficoltà tecniche o lunghi tratti verticali, , ma ciò che complica un po la questione, per chi è alle prime armi, è la durata: stiamo parlando di 4 ore di percorrenza con circa 600 metri di dislivello.

Ritorno:

Per tornare al parcheggio dalla stradina asfaltata occorre imboccare l’antica mulattiera che attraversa la strada pedonale che porta alla Sacra, proprio dal punto dove siete arrivati. Il sentiero passando per la borgata San Pietro, ritorna in paese a Sant’Ambrogio in circa 1.00 h

Storia e curiosità:

Oltre ad essere un percorso panoramico, è anche un percorso carico di storia: a metà salita incrociamo un vecchio sentiero abbandonato, che conduce al bellissimo ripiano, chiamato nell’antichità dagli abitanti di Sant’Ambrogio ”Pian Cestlet” e dagli abitanti della Chiusa San Michele ”Pian Bue”.

Su questo ripiano si trova l’antica chiave di confine tra i comuni scolpita nella roccia. Più in alto una spaccatura orizzontale forma una valletta ben nascosta, non visibile, a suo tempo usata come nascondiglio dai partigiani della zona. Ancora sopra esiste un altro sentiero che nell’antichità collegava la frazione di San Pietro con l’abitato della Chiusa passando per una cengia chiamata “U Saut du Cin”.

Altra curiosità sono gli evidenti segni lasciati dallo scorrere del ghiacciaio in questa valle, tra cui dei massi di granito bianco (roccia che non ha niente a che vedere con il serpentino locale), trasportati su questa parete nell’era glaciale.

 

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